di Mario Giardini
E’ giunto il tempo di limitare in modo chiaro il mandato concesso dagli elettori agli eletti per la politica economica, per il livello di tassazione complessivo e per come devono essere utilizzate le risorse del Paese.
Risorse che diventano sempre più scarse, e vanno preservate, riutilizzate più e più volte, non dilapidate semplicemente facendone dono una tantum ai privilegiati dei partiti.
La politica ed i politici attuali sono e saranno sempre incapaci di modificare il sistema. Ci sguazzano alla grande: perché dovrebbero farlo? E’ illusorio perfino contare sul loro istinto di sopravvivenza.
Bisogna perciò costringerli. Occorrono due ingredienti fondamentali. Il primo: una norma in Costituzione che obblighi i governi futuri, da chiunque formati, a cancellare il debito (in un periodo di tempo ragionevole, diciamo 7-8 legislature).
Poiché stiamo morendo di troppe tasse, il secondo ingrediente non può che essere una norma che stabilisca un livello massimo di tassazione complessiva nel Paese.
Tale livello può e deve essere messo in relazione al PIL. Per esempio, si può fissare un tetto massimo pari al 30-35% del PIL dell’anno precedente. Poiché la tassazione attuale è superiore al 50%, saranno necessari anni. La norma potrebbe contenere l’obbligo di raggiungere tale limite in due, massimo tre, legislature (10-15 anni).
Sono decenni che i politici comprano il consenso spendendo di più.
Costringiamoli a conquistarselo spendendo meglio.
Se non ne sono capaci, limitiamo almeno le dimensioni della greppia cui attingono.
Oggi la spesa pubblica complessiva pro capite, in Italia, è superiore ai 15.000 € all’anno (se includiamo anche i deficit della spesa locale). Una follia insostenibile, che compromette irrimediabilmente il nostro futuro e quello dei nostri figli.
A queste, altre misure andrebbero aggiunte.
Spostare la tassazione dal livello centrale a quello locale (per esempio con un rapporto stato/regioni 30-35/70-65). Lo scopo è di controllare meglio come vengono spesi i soldi pubblici, e lasciare la maggior parte delle entrate laddove la ricchezza viene prodotta. Si dirà che questa decisione è anti-sociale. E’ vero : questa decisione seppellisce la politica della redistribuzione del reddito a livello nazionale.
Ma, essendo fallita clamorosamente, il miglior favore che si può fare alle Regioni a più basso reddito, cioè a quelle del sud e alle isole, è di costringerle a camminare da sole.
Ce la faranno? Bene, ne saremo tutti contenti. Non riusciranno? Pazienza.
Compito dello Stato è creare le condizioni migliori per il lavoro dei suoi cittadini. Non garantire pari reddito a tutti, sottraendolo dalle tasche di chi lo produce per infilarlo in altre tasche.
Altrimenti, si finisce di nuovo nella situazione attuale: divorati dai parassiti sociali.
Nota: Il pareggio di bilancio inserito nella Costituzione nel 2012 è una misura necessaria, ma non sufficiente, e in ogni caso il testo è pericoloso in tema di debito pubblico. Al quale, come solo limite, si pone quello della “sostenibilità”. Testualmente: “… la sostenibilita’ del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei principi definiti con legge costituzionale”. E la “sostenibilità” è un criterio indefinito.
A fine 2012, il debito totale era di 1.988 Miliardi di Euro. Tre anni dopo, a fine 2015, era salito a 2169 miliardi. Ricordo ai più anziani che 1 miliardo di Euro corrisponde a circa 2000 miliardi di vecchie lire. Dunque 170 miliardi in più di euro di debito corrisponde a 340.000 miliardi di vecchie lire. Cioè questo paese si è indebitato in media di 114.000 miliardi di lire in tre anni. Vale a dire: 315 miliardi di lire al giorno!!
2 commenti
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Un nuovo Parlamento. Oppure si può pensare a una Legge di iniziativa Popolare. Immaginiamo che sia firmata da 5 milioni di italiani. Come potrebbe ignorarlo la Politica? Anche quella di oggi, così malleabile e sostanzialmente appecorata a Renzi, non potrebbe. Tutto ciò per evitare che alla fine qualcuno decida di prendere in mano un fucile e insieme ad altri dia fuoco al Palazzo. Io non voglio essere governato da militari, e neanche da questa politica di m… Qualcosa bisogna pur fare, altrimenti sarà guerra civile o, semplicemente, morte per dissanguamento da tasse ed imposte, dell’intero paese.
“….una norma in Costituzione che obblighi i governi futuri, da chiunque formati, a cancellare il debito…”
ma questa norma chi la deve fare?