Buddismo e scienza-II-Perché per il Buddismo è fondamentale la conoscenza della vera natura del mondo.

tempio buddista

Prima di passare a trattare l’argomento di questo articolo è necessario premettere una breve presentazione del Buddismo, che attingiamo dal sito dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.

“Il Buddismo …. Ha origine dagli insegnamenti di Siddharta Gautama, principe degli Shakya, una piccola tribù che viveva alle pendici dell’Himalaia. Shakyamuni (lett. “il saggio degli Shakya”) nacque in una regione dell’India settentrionale, l’attuale Nepal, circa 2.500 anni fa.

Pur appartenendo a una famiglia regale, rinunciò ben presto ai privilegi del suo rango e intraprese una ricerca spirituale per trovare soluzione alle sofferenze umane. Alla fine, assorto in profonda meditazione, sperimentò un radicale risveglio, o illuminazione, arrivando a comprendere la vera natura della vita e della realtà umana. Secondo la tradizione, da quel momento Shakyamuni viaggiò attraverso tutta l’India per circa quarant’anni condividendo con chiunque incontrasse la sua esperienza di saggezza illuminata e insegnando come trasformare la sofferenza, diventando noto come Buddha, il “risvegliato”.

A differenza di altri fondatori di religioni, che fanno riferimento a modelli di perfezione ultraterreni o si considerano intermediari del volere divino, il Buddha è un essere umano che ha condiviso con altri esseri umani la sua esperienza di comprensione profonda della vita realizzata attraverso l’auto miglioramento, e ha indicato la via per acquisire la sua stessa saggezza e condizione vitale. I suoi insegnamenti sono stati raccolti e trascritti in “sutra” e si sono diffusi per tutta l’Asia dando origine a diverse scuole di Buddismo, generalmente caratterizzate dall’enfasi sulla pace e la compassione”.

All’origine e fondamento del Buddhismo troviamo le “Quattro Nobili Verità” che, secondo la tradizione, il Buddha comprese al momento del suo risveglio spirituale, meditando sotto l’albero di pippala.

Il “Nobile Ottuplice Sentiero”, con i suoi insegnamenti di natura morale, rappresenta l’altro cardine dottrinale del Buddismo.

Descriviamo brevemente le “Quattro nobili verità”, perché qui sta la radice dell’interesse del buddismo verso la scienza. Attingiamo liberamente(in corsivo) dal sito: http://www.buddhanet.net/index.html (Buddhist education and information network).

 

  • La prima verità dice che la vita è sofferenza, cioè dolore, invecchiamento, malattie e, infine, la morte. Siamo anche afflitti da sofferenze psicologiche come solitudine, frustrazione, paura, disagio, delusioni e ira. Questa visione è da considerarsi realista piuttosto che pessimista, perché il pessimismo si attende che le cose siano intrinsecamente cattive(e quindi non ci sia rimedio, n.d.r.). Al contrario, il Buddhismo spiega come la sofferenza possa essere eliminata e come possiamo essere veramente felici.
  • La seconda verità. Avendo imparato che la sofferenza fa parte della vita, Buddha comprese che non è possibile trovare come uscire dalla sofferenza se prima non si comprendono quali sono le sue cause. Osservando gli uomini, Buddha comprese che le cause della sofferenza sono la bramosia e l’ignoranza.La bramosia è come un grande albero con molti rami. Ci sono i rami dell’avidità, dei cattivi pensieri e dell’ira. Il frutto della bramosia è la sofferenza, ma cosa fa crescere il frutto della bramosia? Dove lo troviamo? La risposta è che l’albero della bramosia ha le radici nell’ignoranza. Nasce dall’ignoranza e I suoi semi cadono e fioriscono ogni volta che incontrano l’ignoranza. Ma, cos’è l’ignoranza?L’ignoranza non è la mancanza di cultura, ma l’incapacità di vedere la verità nelle cose, di vedere come le cose sono realmente. Risolvere queste cause della sofferenza condurrà una persona lungo un cammino che ha come meta la vera felicità e l’Illuminazione, proprio come accadde a Buddha 2500 anni fa.
  • La terza verità dice che la sofferenza può essere vinta e la felicità può essere raggiunta. Se abbandoniamo inutile brame, conseguenza dell’ignoranza su cos’è la realtà, e impariamo a vivere il presente ogni giorno(non vivendo rivolti al passato o ad un futuro immaginario), allora possiamo essere liberi e felici. Allora, avremo più tempo per aiutare gli altri. Questo è il Nirvana.Nel Buddismo, quindi, la sofferenza viene vinta non con la fede e le preghiere a un essere superiore, ma semplicemente eliminandone la causa.
  • La quarta verità dice che il “Nobile Ottuplice Sentiero” è il sentiero che porta alla fine della sofferenza. In sostanza, il Nobile ottuplice sentiero è di natura morale, concentrando la mente sull’essere completamente coscienti dei nostri pensieri ed azioni, e sviluppando la saggezza dalla comprensione delle quattro nobili verità e dallo sviluppo della compassione per gli altri.

La seconda verità, dunque, indicando le cause della sofferenza rappresenta il punto di partenza dell’azione “terapeutica” del Buddhismo, mentre la terza verità ci dice che la sofferenza può essere vinta:

“ Di fronte alle tristi cose del mondo, piangere e pregare non produrrà molti frutti. Anche se vorremmo pregare Dio o il Buddha perché ci aiutino a risolvere questi problemi, essi risponderebbero che, visto che questi problemi li abbiamo creati noi, tocca a noi risolverli. La maggior parte di questi problemi sono stati creati dagli esseri umani (a causa della loro ignoranza sulla natura vera delle cose,n.d.r.), quindi è naturale che essi richiedano soluzioni umane. Dobbiamo adottare un approccio secolare per promuovere valori umani universali. La consapevolezza che la nostra umana natura è positiva rappresenta una sorgente di speranza che, se veramente ci proviamo, possiamo cambiare in meglio il mondo”(Dalai Lama).

“L’obiettivo è liberare noi stessi dalla sofferenza causata da un inutile attaccamento alla apparente realtà del mondo esterno e dalla nostra schiavitù verso il nostro ego individuale, che noi riteniamo risieda al centro del nostro essere”(The quantum and the lotus, M.Ricard, T.Xuan Thuan).

Ecco quindi uno dei principali compiti della filosofia buddista: studiare la natura vera e non quella apparente della realtà per vincere l’ignoranza, sulla quale si innestano bramosia e avidità che rappresentano le cause principali della sofferenza.

Si comprende allora come il cammino proposto dal Buddha, il “Dharma”, basato sulle “quattro nobili verità” in cerca della natura vera delle cose, non può ignorare il dominio in cui agisce la scienza.

È quindi fondamentale il dialogo con la scienza che il Buddhismo considera reciprocamente illuminante perché il metodo buddhista di ricerca della verità, come il metodo della scienza, rifiuta dogmi e autorità.

Discuteremo questo argomento nel prossimo articolo.

segue

 

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