di Pier Vittorio Gard
La pranoterapia, i fotoni che portano il buio (della ragione).
Come abbiamo visto nell’articolo precedente, con il movimento New Age è nata una pletora di terapie pseudoscientifiche che vanno sotto la definizione di “energy healing”. Abbiamo anche visto come la strategia, con cui viene propagandata questa pseudo medicina, consista nel fornirle una veste apparentemente scientifica, utilizzando in modo improprio e senza senso termini e concetti mutuati dalla scienza.
In questo articolo ne discuteremo un esempio, preso da www.anpsi.it che è il sito della Associazione Nazionale Pranoterapeuti Sensitivi Italiani.
La Pranoterapia è basata sul prana ed è nata per generare soprattutto il benessere spirituale. L’aspetto terapeutico, che è il più noto in occidente, consiste nell’imposizione delle mani in corrispondenza della parte malata e altri punti “energetici”, allo scopo di permettere il passaggio del prana dal corpo dell’operatore a quello del paziente. Il pranoterapeuta, infatti, si ritiene egli stesso fonte di energia, che attinge dall’energia universale(prana) e possiede in quantità superiore al normale.
Andiamo ora sul sito www.anpsi.it , facciamo click su “la pranoterapia” e troviamo:
“Cosa è la pranoterapia
La principale azione terapeutica esercitata dal Guaritore proviene da una emissione di biofotoni cerebrali. La trasmissione elettromagnetica cerebrale del Pranoterapeuta stimola per Biorisonanza l’attività cellulare cerebro-organica del paziente nelle stesse frequenze”.
Cercando di rimanere seri, vediamo di analizzare queste affermazioni che già solo a prima vista appaiono assolutamente strampalate.
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