Bestiario – 6 – Non abbiate paura dell’immigrazione: di lavoro ce n’è abbastanza. E poi, ricordate che gli immigrati pagheranno le nostre pensioni

di Mario Giardini

Chi ha detto che non c’è lavoro per gli immigrati?

lavavetriOggi ho fatto rifornimento in una stazione di servizio completamente automatizzata. Cinque pompe, tre extracomunitari a guardia ognuno della sua pompa, pronto a collaborare. Per la verità, erano tutti e tre intenti a digitare furiosamente sul telefono e a scambiarsi barzellette o donne nude, a giudicare dalle risate. Nessuno si è avvicinato. Forse era troppo presto, 8.30, per iniziare a lavorare.

Inoltre, mi sono accorto, inserendomi in Via di Vigna Murata, che solo un angolo dell’incrocio aveva il suo lavavetri di ordinanza.

Nel breve spazio di circa cinquecento metri ho contato, perciò, ben cinque posti di lavoro disponibili. 2+3 fa cinque, no?

Se tanto mi dà tanto, generalizzando, i posti disponibili di lavoro sono ancora milioni, in Italia. Com’è che allora si spiegano i tre milioni e passa di disoccupati che abbiamo? Mah. Mai confidare nei dati del governo.

Comunque. Se qualcuno conosce Mr Matteo Renzi, Miss Boldrini e quel santo uomo che risponde al nome di don Jorge Mario Gaucho Bergoglio, per favore, avvisateli: io da solo ho scoperto cinque lavori disponibili per extracomunitari.

E quindi ditegli di affrettarsi ad importarne altri cinque, prima che Germania, Svezia, Austria o Spagna ce li freghino. Sennò, chi pagherà le pensioni dei nostri figli e nipoti?

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Reset – E’ ora di cambiare – 2 – Introdurre in costituzione un limite massimo alla tassazione

di Mario Giardini

debito-e-tasseE’ giunto il tempo di limitare in modo chiaro il mandato concesso dagli elettori agli eletti per la politica economica, per il livello di tassazione complessivo e per come devono essere utilizzate le risorse del Paese. 

Risorse che diventano sempre più scarse, e vanno preservate, riutilizzate più e più volte, non dilapidate semplicemente facendone dono una tantum ai privilegiati dei partiti.

La politica ed i politici attuali sono e saranno sempre incapaci di modificare il sistema. Ci sguazzano alla grande: perché dovrebbero farlo? E’ illusorio perfino contare sul loro istinto di sopravvivenza.

Bisogna perciò costringerli. Occorrono due ingredienti fondamentali. Il primo: una norma in Costituzione che obblighi i governi futuri, da chiunque formati, a cancellare il debito (in un periodo di tempo ragionevole, diciamo 7-8 legislature).

Poiché stiamo morendo di troppe tasse, il secondo ingrediente non può che essere una norma che stabilisca un livello massimo di tassazione complessiva nel Paese.

Tale livello può e deve essere messo in relazione al PIL. Per esempio, si può fissare un tetto massimo pari al 30-35% del PIL dell’anno precedente. Poiché la tassazione attuale è superiore al 50%, saranno necessari anni. La norma potrebbe contenere l’obbligo  di raggiungere tale limite in due, massimo tre, legislature (10-15 anni).

Sono decenni che i politici comprano il consenso spendendo di più.

Costringiamoli a conquistarselo spendendo meglio.

Se non ne sono capaci, limitiamo almeno le dimensioni della greppia cui attingono.

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Bestiario – 5 – Al solito. Elezioni = brogli. E’ il momento di pensare al voto elettronico e realizzarlo.

di Mario Giardini

Avotazioni Roma manca il conteggio delle schede (e non sono poche, pare 35000). A Napoli polizia nelle sedi PD. E’ la solita storia, non appena finita una tornata elettorale.

Esistono da anni reti dati che permettono di trasferire, elettronicamente, migliaia di miliardi di euro da un paese all’altro, da una banca all’altra, da un conto a un altro.

Ogni giorno l’operazione si ripete miliardi di volte, in piena sicurezza.

Se muoviamo enormi quantità di quattrini per via telematica, dov’è il problema di muovere, altrettanto sicuramente, quarantacinque milioni di voti alle elezioni?

Mi sono occupato, negli ultimi quindici anni, prevalentemente di reti mobili. Anni prima, in un’altra era geologica delle telecomunicazioni, mi sono occupato per qualche tempo anche di reti dati. Dunque sì, non ho fatto un’esperienza recente nel settore, ma non vedo nessunissimo problema tecnico che impedisca di mettere in piedi una rete che permetta di votare elettronicamente con sicurezza.

Oltre tutto, si eliminerebbe lo sconcio che si consuma ogni volta, in migliaia di seggi, durante lo spoglio.

Uno dei possibili vantaggi, fra i tanti, è fornire ciascun elettore di un codice sicuro che “ricordi”, nell’anonimato più garantista che si possa immaginare, non solo che ha votato, ed ha votato una sola volta, ma anche per quale partito e per quale candidato.

Ciò permetterebbe di mettere l’elettore in condizione di confermare la fiducia o sfiduciare l’eletto. Durante il mandato, non alla fine, quando i danni o i furti o entrambe le cose sono aumentate a dismisura. 

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Mitologia contemporanea – 2 – Come nacque la leggenda di Roswell (parte I)

di Mario Giardini

New Mexico, 1947. 

roswell dayly24 giugno,. L’imprenditore e pilota Kenneth Arnold ha incrociato, mentre era ai comandi del suo CollAir a tre posti, nei pressi di Mt. Rainier, Stato di Washington, una formazione di nove oggetti volanti non identificati. Formazione che volava in modo strano. Arnold usa due similitudini: “Come motoscafi lanciati sulle onde in un mare agitato” e “Come piatti che rimbalzano sull’acqua”

Il suo racconto però, travisato da un cronista poco attento o molto furbo (clicca qui per il link all’articolo), è stato riportato dai giornali di tutto il mondo, americani e non, come l’avvistamento (sic!) di nove “flying saucers” (piatti – dischi nella versione italiana – volanti). Comincia l’era, e la religione, degli UFO. La suggestione degli avvistamenti attecchisce dappertutto:  nella settimana seguente, arrivano segnalazioni da ben 41 dei 48 Stati che compongono l’Unione. Atto primo di una commedia che si trascinerà per più di mezzo secolo.

William “Mac” Brazel ha 48 anni. Sbarca il lunario in qualità di foreman, cioè caporale, del Foster Ranch, che si trova a 30 miglia a sud-est di Corona, una cittadina del New Mexico. Corona è parte della Chaves County, che ha per capitale Roswell.

Brazel è a Roswell, e legge degli avvistamenti. Legge anche sul giornale di una ricompensa di 3000 dollari per chi ritroverà i resti di un disco volante. Rammentando qualcosa, precipitosamente torna al ranch. Il giorno dopo è da Wilcox, sceriffo di Roswell. Lo informa di avere trovato, qualche giorno prima, degli strani rottami. E’ sicuro, egli dice, che si tratti dei frammenti di un disco volante, precipitato qualche settimana prima. Chiede, esplicitamente, di incassare la ricompensa.

Roswell, in quel 1947, non è una cittadina qualsiasi del west americano. Il suo aeroporto militare ospita il 509° Strategic Bomb Group, all’epoca l’unico stormo di bombardieri USA, e l’unico in tutto il mondo, dotato di armi nucleari.

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Motori primi, energia e globalizzazione – 14 (fine) – Una rivoluzione nei cieli

 

di Mario Giardini

Quando nel 1952 entrò in servizio, il deHavilland Comet 1 era il più veloce aereo commerciale dell’epoca (800 km/h circa contro i 500 del DC 6); volava oltre i 30 000 piedi (9 000 m abbondanti) al di sopra dunque delle zone temporalesche, ed era, nonostante i consumi elevati dei primi turbo-jets, nel complesso, assai più efficiente.

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Un aereo rivoluzionario.

Nonostante i pochi passeggeri (36 nella prima versione), i consumi ed il prezzo (doppio del DC 6), riduceva i costi operativi, per passeggero trasportato, di oltre il 20%.

Naturalmente era un aereo le cui condizioni di impiego erano nettamente più sfidanti di quelle allora note. In particolare, la maggior velocità in condizioni di aria turbolenta incrementava le vibrazioni cui la struttura era sottoposta. Inoltre, la cabina necessitava di un aumento della pressurizzazione. E la differenza di temperatura fra interno ed esterno (- 43 °C) aumentava ulteriormente le sollecitazioni.

I progettisti decisero di studiare a fondo i materiali da impiegare ed il comportamento strutturale del velivolo. Costruirono una vasca gigantesca dove la cabina fu immersa e sottoposta ad alta pressione e a 10.000 cicli di carico, per simulare le condizioni di fatica cui la struttura andava incontro nella sua vita operativa. Furono raddoppiati i margini di sicurezza rispetto a quelli adottati per i velivoli propulsi da motori a benzina.

Ma la realtà operativa provò successivamente che quanto fatto in sede di progetto non fu abbastanza. Il territorio che si esplorava era assai più pericoloso di quanto si potesse immaginare. Ed i tempi ridottissimi imposti al progetto (dimezzati rispetto al piano originale, che prevedeva il primo volo dopo 4 anni), complicarono ulteriormente il tutto.

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Cosmologia – 18 – La finestra attraverso il big bang (conformal cyclic cosmology, Penrose)

di Mario Giardini


wmapSir Roger Penrose
è uno dei matematici e fisici teorici più noti al mondo. Insieme con Stephen Hawking si è occupato di buchi neri, di cosmologia quantistica, di intelligenza artificiale e, negli ultimi anni, ha proposto quella che lui ha chiamato “conformal cyclic cosmology”.

Riducendola all’osso per renderla comprensibile, la teoria afferma che l’universo è ciclico, con un ciclo di “eoni” (100 o più miliardi di anni) fra nascita, crescita, espansione, morte e rinascita. E che il big bang rappresenta niente altro che il punto di partenza di un nuovo universo. L’implicazione immediata è che tempo e spazio esistono prima del big bang.

E che il modello standard dell’universo, cioè il modello inflazionario di Guth ed altri, non è corretto.

Raccontare perché Sir Roger ha elaborato la sua teoria è complicato. Diciamo che il modello standard presuppone uno stato iniziale della materia altamente ordinato, cioè a bassissima entropia. E Penrose ritiene che il modello standard non spieghi a sufficienza il perché di un valore così piccolo dell’entropia dell’universo nel suo istante zero. L’entropia qui è intesa come misura dell’ordine di un insieme.

La CCC è una teoria “geometrica”. Spiega il passaggio da un universo infinitamente grande (alla fine del ciclo di espansione) all’inizio di uno nuovo, che, nell’istante iniziale, è infinitamente piccolo, tanto piccolo da esplodere dando luogo al big bang. Come mai ad un certo punto l’entropia dell’universo, che tende naturalmente ad aumentare (secondo principio della termodinamica), comincia a ridursi fino al piccolo valore che assume nel momento del big bang?

La risposta, secondo Penrose, è che a mano a mano che l’universo si espande, i buchi neri evaporano, e dunque rimuovono entropia dall’universo.

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Una maledetta storia italiana: Ustica – 7 (fine) – E’ giusto il risarcimento dello Stato?

di Mario Giardini

I TIGISì. 

Vediamo perché, a mio parere, non solo è giusto: ma si sarebbe dovuto risarcire, da molto tempo, senza aspettare un giudizio civile.

E perché, sempre a mio parere, è errato risarcire attraverso il giudizio civile che ho descritto, che mette a base della propria decisione metodologie discutibili, e consegna agli atti giudizi su aspetti tecnici altamente controversi, che neppure i tecnici, sostituiti ogni volta dal Giudice Istruttore che li nominava, furono in grado di rendere definitivi.

Il processo penale per Ustica cominciò nel 2000, e finì nel 2007, dopo la sentenza della Cassazione. Tutti gli imputati furono assolti. Quindi anche i dipendenti del Ministero della Difesa e (ignoro se ce ne fossero) del Ministero dei Trasporti. La causa civile fu promossa nel 2007 ed è arrivata a sentenza come abbiamo ricordato.

Riesce difficile accettare una responsabilità civile dei Ministeri (un’entità del tutto astratta, che si sostanzia solo tramite le attività di chi ne fa parte) laddove non si accertarono (assoluzione con formula piena) responsabilità personali di dipendenti dei Ministeri.

Ritenere responsabili due Ministeri di “omessa garanzia della sicurezza del volo” quando nessuno dei dipendenti dei Ministeri fu condannato in sede penale per omissioni di atti di ufficio, o alterazione dei medesimi in sede di testimonianza o altro, appare alquanto discutibile.

E, se posso essere sincero, anche se in appello il giudizio di primo grado è stato confermato (8 Aprile 2015), vedo in questo modo di procedere un precedente pericoloso.

Sono tuttavia fermamente convinto che un risarcimento fosse doveroso, perché giusto. Un primo passo è stato compiuto nel 2004 (a 24 anni di distanza dal disastro!).

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Bestiario – 2 – Il buonista a prescindere

 

di Mario Giardini

migrantiSiamo sommersi dalla alluvione di un buonismo soffocante, arrogante, irresponsabile: il buonismo a prescindere.

Il campione mondiale in questa specialità è senza dubbio alcuno Don Jorge Mario Gaucho Bergoglio, inopinatamente eletto Papa, successore di Herr Ratzinger. Il nostro gaucho non esita, talvolta, a scendere al livello dei nostri peggiori politici per convincerci ad accogliere tutti.

Così, le immagini dei bambini affogati nelle traversate verso le coste europee diventano una nostra colpa imperdonabile, la patente dimostrazione del nostro egoismo. E non perde occasione, il Gaucho venuto dalla fine del mondo, per rimproverare la nostra grettezza, la nostra mancanza di carità cristiana, la nostra folle adorazione del dio denaro.

Chi è il buonista a prescindere? Uno che sa, ma finge di non sapere. O uno che non si documenta, non riflette, non si guarda intorno, ma è pronto, assai poco cristianamente, a dare del nazista a chiunque osi esprimere dubbi su una immigrazione che sta somigliando sempre più a una invasione. Ovviamente, il buonista a prescindere è cieco: non vede le decine di migliaia di immigrati che agli incroci sostano il giorno intero a lavar vetri, nel sole o nel freddo; che stendono panni per terra, in ogni cantone, per vendere cianfrusaglie inverosimili, imitazioni illegali, o giocattoli pericolosi. Non leggono le statistiche su quelli che delinquono; ignorano quanti, e sono moltitudini, di notte sgusciano in qualsiasi tugurio che offra un riparo, senza acqua e servizi igienici.

Non vede le decine di migliaia di puttane lungo le strade, il buonista a prescindere. Giovani donne, talvolta ragazzine, attirate da noi col miraggio dell’Europa; o, se le vede, le scambia per hostess dell’ANAS.

Il buonista a prescindere non vede le altre centinaia di migliaia di immigrati che non hanno un futuro perché sfruttati a tre euro l’ora; non vede quelli che campano di elemosina statale, rinchiusi nei centri di accoglienza che diventano prigioni maleodoranti. Il buonista a prescindere ignora, ovviamente, che questo paese ha una densità abitativa superiore a quella cinese.

Il buonista a prescindere vuole accogliere, a prescindere, appunto, come il suo eroe, il gaucho Don Jorge raccomanda, perché bisogna difendere gli umili. Bella difesa, non c’è che dire, quella di destinarli agli incroci, cristianamente convertiti in lavavetri.

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Reset – E’ ora di cambiare – 1 – Sfiduciare l’eletto durante il mandato

di Mario Giardini

Il-Parlamento-Italiano1Debito e tasse dissanguano il Paese. La povertà e la disoccupazione aumentano. I giovani, e non solo loro, sono sempre più sfiduciati. E, nonostante Renzi, mai come in passato gli Italiani sono stufi della politica e dei politici: basta vedere la percentuale di non votanti alle elezioni.

Uscire dalla crisi è certamente il problema d’oggi. I partiti tradizionali e il minestrone M5S, comandato a bacchetta da un guitto ignorante, sono essi stessi, da sempre, parte del problema. Affidarsi ad essi per risolverlo equivarrebbe ad assoldare Erode come baby sitter.

Renzi governa da più di due anni. Mente su tantissime cose. Sulle tasse: non sono diminuite. Sulla ripresa: uno virgola qualcosa in più dopo otto anni di diminuzione costante del PIL è considerata vittoria storica. Renzi ignora il debito pubblico, ancora aumentato. Non si occupa, né preoccupa, se non a parole, di scuola, giustizia, di un fisco rapace e minaccioso, ecc, ecc, ecceterissima.

Serve un cambiamento radicale. Un reset completo. 

Chiunque s’accolli il compito di ricostruire sul serio l’economia e la società Italiana sa bene che serviranno molti anni, una intera generazione o anche di più. Dieci, quindici, forse vent’anni.  Sarà una lunghissima traversata del deserto, che peserà soprattutto sulle classi più deboli, fra cui, in primis, milioni di pensionati, di giovani in cerca di lavoro, di famiglie impoverite e di lavoratori a basso reddito.

Proprio perché la cura sarà lunga e dolorosa, si potrà ottenere il consenso dei cittadini e mantenere la costanza nell’applicarla, ad due condizioni: a) che si predispongano gli strumenti necessari per impedire, in futuro, di ricadere nella medesima situazione e b) che ci si liberi dai partiti, tutti, nessuno escluso, per lo meno nella forma e nel funzionamento che hanno oggi.

Senza che l’ordine significhi assegnare una graduatoria di importanza, ecco alcune riflessioni su quelli che io chiamo “strumenti necessari per impedire di ricadere in futuro nella medesima situazione”, disastrosa situazione: quella di oggi.

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Una maledetta storia italiana: Ustica – 6 – La leggenda delle manovre NATO

 

di Mario Giardini

I TIGIL’istruttoria penale per il disastro di Ustica (27 giugno 1980) durò esattamente diciannove anni, due mesi e quattro giorni, essendo il rinvio a giudizio in data 31 agosto 1999. La sentenza di rinvio a giudizio incomincia con un’ammissione di sconfitta, non solo della Giustizia ma di tutti noi cittadini:

“Repubblica Italiana – in nome del Popolo Italiano – il Giudice Istruttore Dott. Rosario Priore ha pronunciato la seguente Ordinanza – Sentenza nel procedimento penale contro Ignoti imputati del delitto p. e p. dall’art.422, 1° comma C.P. per avere volontariamente determinato la caduta del DC9 dell’Itavia sulla rotta Bologna-Palermo, che precipitava in mare all’altezza di Ustica, intorno alle ore 21.00 locali del 27 giugno 80; evento nel quale trovavano la morte i 77 passeggeri del velivolo nonché i 4 membri dell’equipaggio.”

Segue il rinvio a giudizio per 48 imputati, alcuni di loro accusati di Alto Tradimento. Ma per il delitto principale, quello di strage, nessun imputato. Ignoti gli autori. Ciò nonostante, la sentenza di rinvio a giudizio è lunga esattamente 5467 pagine. Insomma, dieci romanzi molto corposi. Ho avuto la pazienza di leggerle tutte, queste cinquemilaquattrocentosessantasette pagine: ero curioso di capire come mai ci sono volute così tante parole per un rinvio a giudizio di imputati, tutto sommato, per reati minori (l’alto tradimento era prescritto). I principali imputati finiranno assolti, nei tre gradi di giudizio, per non aver commesso il fatto o perché il fatto addebitato non costituisce reato oppure non sussiste: formula piena.

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Pseudoscienze – 2 – Omeopatia fa rima con stregoneria

di Pier Vittorio Gard

rimedi-naturali-dimagrire-erbe1Nel 2010 la conferenza dei giovani medici della British Medical Association (BMA), in una mozione di pesante critica della omeopatia ha scritto, tra l’altro: “non chiamatela omeopatia, ma “stregoneria

A loro mi sono ispirato nella scelta del titolo di questo articolo, dove cercherò di spiegare le ragioni di una definizione così drastica e inappellabile.

L’omeopatia è nata per opera di un medico tedesco, Samuel Hanhemann (1755-1843). Hanhemann, interessato all’uso del chinino contro la malaria, decise di sperimentare la china su sé stesso, assumendola in dosi crescenti e osservandone gli effetti. Osservò che la sostanza generava, in lui e in altri soggetti sani, gli stessi sintomi della malaria di cui era la cura. A partire da questa osservazione Hanhemann arrivò a concepire il principio base del suo pensiero, esposto nel suo libro l’Organon (1810), e cioè la cosiddetta “Legge di similarità”.

Vediamo come si esprime lo stesso Hannhemann (i punti esclamativi e interrogativi sono miei): “…l’esperienza(?) ci insegna, inoltre, che tutti i rimedi guariscono, senza eccezione(?) , le malattie i cui sintomi siano il più possibile simili a loro, e nessuna di queste malattie resiste loro(!). Questo si basa sulla legge naturale omeopatica…. in tutti i tempi la base di ogni vera guarigione(!): nell’organismo vivente un’affezione dinamica debole è soffocata in modo definitivo da una più forte (?) se questa (differendo per qualità) le sia simile nella sua manifestazione”.

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Una maledetta storia Italiana: Ustica – 5 – Perché cadde l’aereo? Il giudice analizza i dati tecnici (cioè, più di 100 documenti)

di Mario Giardini

I TIGIIl giudice civile ha dovuto, ovviamente, entrare nei dettagli delle cause della improvvisa interruzione del volo e successiva caduta in mare. Molte sono le ipotesi. Vediamole, nelle parole del Giudice, e commentiamole. Si noti che la stragrande maggioranza degli italiani, all’epoca, voleva che le cause della caduta di I-TIGI fossero esterne, in particolare o un missile o un altro aereo impegnato in una battaglia aerea, o semplicemente, un caccia che passasse abbastanza vicino all’aereo Itavia da provocarne la caduta.

L’interferenza con altri velivoli. “L’esame di tale domanda (della parte lesa, i parenti delle vittime ndr) impone una presa di posizione da parte di questo giudiçe in ordine alla causa del disastro, poiché è evidente che la domanda può trovare accoglimento soltanto laddove si ritenga provato che la caduta del DC9 sia ascrivibile all’interferenza di altri velivoli, anziché all’esplosione di una bomba collocata all’interno dell’aereo, poiché soltanto in tal caso è ravvisabile la dedotta condotta di omessa garanzia della sicurezza del volo da parte dei Ministeri convenuti, e il nesso causale tra tale condotta e il disastro.” (pag 15 della sentenza).

Per capire questo punto, bisogna chiarire il significato di “interferenza”. Significa che causa della caduta fu missile o quasi collisione. Cioè, un aereo militare abbatte il DC9 con un missile aria-aria oppure gli passa così vicino da provocare il cedimento dell’ala e la conseguente caduta (incidente, peraltro, mai registrato in precedenza, in oltre sessant’anni di voli commerciali. Anzi, ci sono situazioni che dimostrano il contrario: aerei che si scontrano, perdono entrambi pezzi d’ala, ma non precipitano).

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