“Nullius in verba”.
E’ il motto della Royal Society of London, fondata nel 1660, e della quale fu presidente, per 24 anni, Sir Isaac Newton, a partire dal 1703, fino a quello della sua morte, 1727.
Fu scelto, questo motto, da una delle epistole di Orazio, per evidenziare la ribellione al dominio della “autorità” intellettuale legata al pensiero della Scolastica, e a ciò che sottintendeva, vale a dire la supina sottomissione al giudizio dei grandi del passato (in primis, Aristotele), ed il pessimismo per la capacità intellettuale di tutti gli uomini, presenti e futuri. Era un impegno preciso, quello che prendevano i 12 uomini riunitisi il 28 novembre nel Gresham College: ogni singola affermazione andava verificata mediante fatti confermati dagli esperimenti. E ciò che non aveva conferma sperimentale andava etichettato sotto la voce “opinione”, invece di “verità”.
“On the word of no one” è la traduzione corrente in Inglese. In italiano, “nulla sulla parola”.
Perché questo riferimento? La ragione è semplice. A differenza del passato, il nostro è diventato un mondo informatico. La quantità di informazione, la rapidità, la semplicità ed il basso, a volte nullo, prezzo con cui si la si può reperire sono sbalorditivi. Per la prima volta da quando l’uomo ha preteso di comunicare con il prossimo mediante segni convenzionali detti scrittura, ognuno può reperire ciò che gli interessa, in qualsiasi momento, in qualsiasi posto, nella forma che più gli appare appropriata.
Paradossalmente, però, è la stessa disponibilità, e quantità, a costituire oggi l’ostacolo maggiore ad una corretta e bilanciata informazione. D’informazione, in sostanza, ce n’è troppa. In tutti i campi. C’è, oserei dire, una sorta di “rumore informatico” di fondo che “silenzia”, rendendo l’informazione vera irriconoscibile, indistinguibile dal resto. Fateci caso, quando sentite un dibattito alla tv o alla radio: nel 90% dei casi non si è d’accordo neppure sulle cifre, o sui fatti, o sui dati di partenza di un problema. A volte manca perfino la concordia sulla sostanza del problema.
Il risultato è che qualsivoglia sia la validità degli argomenti portati a favore o contro una tesi, essi finiscono per essere ininfluenti. Ad un dato che dimostra una tesi, se ne contrappone sempre un altro che la confuta. Ad un fatto, un altro fatto. Ad una affermazione, la sua contraria.
Dov’è la verità? Spesso, nella bocca di chi parla per ultimo.
Questo blog ha la pretesa di porsi un certo numero di domande, di fornire le risposte, ma soprattutto i riferimenti per formarsi un’opinione indipendente sulle stesse.
Spero con ciò di aiutare, per quanto ne sono capace, a far comprendere che dalla Scienza e dalla Tecnologia discendono innumerevoli vantaggi per l’Umanità, che sono di gran lunga più numerosi e più importanti degli svantaggi che ogni intrapresa umana porta inevitabilmente con sé. Di ricordare a tutti che ogni medaglia ha due facce. E che una opinione bilanciata non può ottenersi ignorandone o disprezzandone costantemente una. Spero di far capire che Scienza e Tecnica non sono i nemici dell’uomo e del Pianeta Terra, ma la cosa migliore che mai l’intelligenza umana abbia prodotto per migliorare questa nostra pericolosa e breve esistenza.
Se qualche lettore ha curiosità, domande o dubbi sugli argomenti trattati o altri non trattati, lo invito a interloquire e a porli. Cercherò, nell’ambito delle mie conoscenze, di rispondere al meglio.
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