Mitologia contemporanea – 2 – Come nacque la leggenda di Roswell (parte I)

di Mario Giardini

New Mexico, 1947. 

roswell dayly24 giugno,. L’imprenditore e pilota Kenneth Arnold ha incrociato, mentre era ai comandi del suo CollAir a tre posti, nei pressi di Mt. Rainier, Stato di Washington, una formazione di nove oggetti volanti non identificati. Formazione che volava in modo strano. Arnold usa due similitudini: “Come motoscafi lanciati sulle onde in un mare agitato” e “Come piatti che rimbalzano sull’acqua”

Il suo racconto però, travisato da un cronista poco attento o molto furbo (clicca qui per il link all’articolo), è stato riportato dai giornali di tutto il mondo, americani e non, come l’avvistamento (sic!) di nove “flying saucers” (piatti – dischi nella versione italiana – volanti). Comincia l’era, e la religione, degli UFO. La suggestione degli avvistamenti attecchisce dappertutto:  nella settimana seguente, arrivano segnalazioni da ben 41 dei 48 Stati che compongono l’Unione. Atto primo di una commedia che si trascinerà per più di mezzo secolo.

William “Mac” Brazel ha 48 anni. Sbarca il lunario in qualità di foreman, cioè caporale, del Foster Ranch, che si trova a 30 miglia a sud-est di Corona, una cittadina del New Mexico. Corona è parte della Chaves County, che ha per capitale Roswell.

Brazel è a Roswell, e legge degli avvistamenti. Legge anche sul giornale di una ricompensa di 3000 dollari per chi ritroverà i resti di un disco volante. Rammentando qualcosa, precipitosamente torna al ranch. Il giorno dopo è da Wilcox, sceriffo di Roswell. Lo informa di avere trovato, qualche giorno prima, degli strani rottami. E’ sicuro, egli dice, che si tratti dei frammenti di un disco volante, precipitato qualche settimana prima. Chiede, esplicitamente, di incassare la ricompensa.

Roswell, in quel 1947, non è una cittadina qualsiasi del west americano. Il suo aeroporto militare ospita il 509° Strategic Bomb Group, all’epoca l’unico stormo di bombardieri USA, e l’unico in tutto il mondo, dotato di armi nucleari.

E’ un reparto d’élite, ultra segreto, formato da giovani al di sotto dei trent’anni, quasi tutti veterani della Seconda guerra mondiale. Lo comanda un trentunenne, il colonnello Blanchard. Wilcox e Brazel contattano il 509°. Blanchard ordina al responsabile dell’intelligence della base, maggiore Jesse Marcel, e ad un agente del CIC, tale Sheridan, di recarsi al ranch con Brazel e recuperare il materiale.

Marcel esegue. Carica sulla sua jeep i rottami (si noti bene: stanno in una jeep, perciò è roba piccola, leggera tanto da poterla caricare a mano, ndr) Al ritorno, si ferma a casa un momento, dove li mostra al figlio di nove anni, sparpagliandoli sul pavimento della cucina (stessa nota riportata sopra ndr) . Poi li porta alla base.

E qui avviene l’incredibile. Per ragioni mai spiegate interamente, il tenente Haut, portavoce del 509°, rilascia una dichiarazione stupefacente, nella quale, fra altre cose, si afferma che “… il 509° Bomb Group… è stato abbastanza fortunato di entrare in possesso di un disco volante… l’oggetto è atterrato si noti: atterrato, non precipitato, ndr – in un ranch nei pressi di Roswell la scorsa settimana…”. Il Roswell Daily Record pubblica la notizia in prima pagina, titolando “RAAF captures flying saucer on ranch in Roswell region”.

La frittata è fatta. La notizia viene ripresa da tutti i maggiori giornali del mondo, nonostante nella stessa serata di quell’8 luglio il gen. Ramsey, comandante dell’Ottava Armata Aerea, cui il 509° appartiene, tenga una conferenza stampa, durante la quale mostra i rottami recuperati, e li identifichi senza ombra di dubbio come i resti di un pallone sonda. 

Pallone che, partito probabilmente da Alamogordo, è del tipo ML-307 ed è dotato di un riflettore per segnali radar (una superficie piana di circa un metro quadrato). L’ML 307 è di norma utilizzato dall’Aeronautica militare per testare dei radar sperimentali. E’ economico, leggero, non necessita di equipaggio e può essere fornito di superfici riflettenti di varia misura. Non è dotato di strumenti. Insomma: è un oggetto a perdere.

I rottami che mostra il generale (nella foto) consistono in alcuni pezzi di materiale simile alla bachelite, qualche asticella di legno, delle lamine riflettenti.

conferenza stampa roswell

Nulla che possa lontanamente ricordare un propulsore, o un sistema di guida e/o di controllo di cui, stando al buon senso, anche quello del 1947, una navicella spaziale dovrebbe essere dotata. E sono rottami, comunque, talmente leggeri da poter essere caricati da un uomo solo su una jeep. E così piccoli da poter essere sparpagliati sul pavimento di una cucina americana per mostrarli ad un bambino di 9 anni.

Come si fa a scambiarli per i resti di un disco volante, cioè di un’astronave capace di viaggiare nello spazio interstellare? 

L’eccitazione si converte rapidamente in un fuoco di paglia che si spegne per mancanza di “sostanza”. Entro la fine della settimana la notizia scompare da tutti i giornali.

Seguono trentun anno di completo oblio. La base aerea di Roswell viene chiusa negli anni ’60, creando un grosso buco nell’economia locale. Il 509° si modernizza, i suoi B 29 vengono sostituiti dai celeberrimi B 52, ma vola via.

Lo Strategic Air Command ridisegna la mappa dei suoi aeroporti. Evolvono sia le dottrine operative, sia le strategie. E dunque i mezzi al servizio delle stesse si adeguano. Il deterrente nucleare americano si concentrerà, a partire dalla fine degli anni ’50, nello sviluppo, produzione, e messa in servizio operativo di missili intercontinentali basati a terra e sui sommergibili a propulsione nucleare.

Si arriverà a disporre di una potenza sufficiente a distruggere cinque o sei volte il pianeta. Ma questa follia è un’altra storia, e merita un altro racconto.

Il disco volante di Roswell e Roswell stessa? Perduto e perduta nel passato. Dimenticato e dimenticata.

Ma non per sempre. Follia e voglia di far soldi si alleeranno per far tornare Roswell ed il suo “disco volante” al centro della credulità degli innamorati delle leggende, che la convertiranno, in breve tempo, in un business milionario.

segue…

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