Reset – 4 – Vincolo di rappresentanza, limite ai mandati

di Mario Giardini

parlamentoElezione al Parlamento. Finito l’impegno, si torna alla propria professione. Ma con delle eccezioni: non puoi tornare a fare il magistrato, se ti sei dato alla politica. Oppure a fare il poliziotto. Nessuno ti obbliga a scegliere di fare il politico. Ma se lo fai, poi non puoi pretendere di tornare a giudicare i tuoi concittadini o ad indagare su di loro.

Inoltre, non puoi essere eterno, come politico: si introduca la norma che si può, al massimo, essere eletti per due mandati consecutivi alla stessa carica. Le democrazie non sono state pensate per l’elezione di monarchi.

S’introduca senza indugio il vincolo di rappresentanza. Smettiamo con la finzione che, dopo le elezioni, magicamente, l’eletto da partigiano diventi rappresentante di tutto il popolo. Sappiamo tutti che questa è una barzelletta. Mai più si consenta l’inverecondo mercimonio di parlamentari cui assistiamo da decenni.

Non sei più in sintonia con il tuo partito? Ti dimetti. Si temono svendite occulte? Cioè, compravendite che funzionano nel buio delle votazioni segrete? Benissimo. Vi sia obbligo di votazione palese per ogni e qualsiasi provvedimento in discussione.

Come cittadino elettore, voglio sapere quali sono i provvedimenti che il mio rappresentante approva e quali disapprova. E voglio che ciò venga riportato nei web sites delle istituzioni. Sennò, come faccio a giudicare il suo operato?

L’eletto sia dichiarato decaduto dal mandato in caso di assenze ingiustificate per più del 3-4% delle sedute.

E si introduca anche il divieto assoluto, pena decadenza, di esercitare la propria professione durante il mandato.

L’elezione non serve a garantire uno stipendio in più. Serve a designare un rappresentante degli elettori che prenda sul serio il proprio incarico, tanto sul serio da farne la sua unica attività. Gli piace far l’avvocato di grido? Magnifico, applaudiremo le arringhe. In tribunale. Non pretenda però di sedere in Parlamento solo quando ha nulla da fare, come oggi può comodamente fare.

In cambio, si paghino stipendi consoni a quelli che paga il mercato per professionisti di media/alta levatura. Anche più elevati di quelli attuali, se necessario. Naturalmente senza le prebende come vitalizi e affini: vadano in pensione come ogni lavoratore, soggetti alle medesime regole.

O vogliamo in Parlamento ci  finiscano soggetti senza arte né parte, ai quali nessun privato darebbe uno stipendio? Se vuoi la professionalità, devi pagarla. In cambio, regole draconiane, come quelle che illustro qui.

Chiunque ricopra già una carica pubblica, e concorra ad altra carica, deve avere l’obbligo di dimettersi sei mesi prima delle elezioni (bisogna rendere generale la regola attuale valida per i sindaci).

Sarà anche vero che Erode può ravvedersi. Ma lo assumereste come baby sitter? Allora: ineleggibilità a cariche pubbliche per chi ha condanne penali passate in giudicato. Se la condanna passa in giudicato durante il mandato, decadenza immediata.

Infine. Salvo una quindicina di cariche al massimo, niente auto blu per nessun politico e per nessun funzionario di azienda statale. Politici e dirigenti vadano al lavoro con la propria automobile o con mezzi pubblici. Come qualsiasi altro cittadino elettore.

Nessun eletto, che non sia il Presidente della Repubblica, deve avere la scorta istituzionale. La scorta va concessa in un numero limitatissimi di casi, e solo in caso di minacce reali.

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