“The population bomb” fu pubblicato nel 1968.
Il suo autore, Paul R. Ehrlich, di professione era un entomologo. Una professione di nicchia, diremmo, lontana e molto da studi più orientati ad applicazioni pratiche.
Il libro, come lui stesso racconta, gli fu suggerito da un viaggio in India, fatto insieme alla famiglia. In realtà, fu l’attraversamento di uno dei quartieri poveri di Delhi, in un vecchio e scassato taxi indiano, ad accendere nella sua mente una scintilla rivelatrice.
Nelle sue parole: “The streets seemed alive with people. People eating, people washing, people sleeping. People visiting, arguing, and screaming. People thursting their hands through the taxi window, begging. People defecating and urinating. Pleople clinging to buses. People herding animals. People, people, people, people”.
Sono queste le immagini che chiariscono in un lampo al Dr Ehrlich qual è Il Problema: l’esplosione della popolazione del pianeta.
In altre parole: Il Problema da risolvere per permettere all’Umanità di sopravvivere è … l’Umanità stessa.
Questo libro terrificante, anche per le sue sanguinose conseguenze, comincia con una frase terribile: “The battle to feed all of humanity is over. In the 1970s and 1980s hundred of millions of people will starve to death in spite of any crash programs embarked upon now”. Traduzione: Nei prossimi vent’anni, centinaia di milioni di esseri umani moriranno di fame, a dispetto di qualsiasi programma di emergenza si possa approntare immediatamente.
Nessun dubbio. Nessuna speranza. Una certezza granitica. Oserei dire messianica. Una sorta di profezia biblica di morte ineluttabile.
Il libro è preceduto da una introduzione scritta da David Brower, redattore della University of California Press, il primo Executive Director del Sierra Club, e noto alpinista negli anni giovanili. Un uomo dalle certezze granitiche anche lui: “L’uomo può distruggere sé stesso senza nessun’altra forza che non sia la sua crudeltà … le radici della nuova crudeltà umana sono nella mancanza di controllo della popolazione, come risulterà evidente da The Population Bomb… la gente comincia a capire che non possiamo continuare a moltiplicarci e schiacciare la terra senza perdere il nostro livello di vita e la bellezza naturale che deve essere parte di essa…questi sono gli anni della decisione, la decisione degli uomini di fermare l’alluvione dell’uomo … ”.
Un uomo, Mr Brower, con lo stesso identico atteggiamento mentale del Dr Ehrlich: la certezza di poter prevedere il futuro senza il minimo errore. La certezza che quel futuro metterà a repentaglio l’Umanità. La certezza che bisogna combattere il pericolo: cioè l’uomo.
Lasciamo ancora la parola al Dr Ehrlich, e al suo Chapter 1: “L’America deve predisporre il controllo della (crescita ndr) popolazione, spero mediante un cambiamento del nostro sistema di valori, ma forzato se i metodi volontari falliscono … programmi che combinino uno sviluppo agricolo ecologicamente accettabile e il controllo della popolazione devono essere realizzati e supportati nei paesi sottosviluppati …”
E, in un impeto di assoluta certezza sul destino di morte che attende il pianeta: “Non sarà mai sufficientemente sottolineato, tuttavia, che nessun cambiamento nel nostro comportamento o della tecnologia potrà salvarci, a meno di ottenere il controllo delle dimensioni della popolazione umana”.
Dunque: condizione necessaria, imprescindibile, irrinunciabile per evitare l’estinzione e la distruzione dell’ambiente naturale che circonda l’uomo, è il controllo delle dimensioni della popolazione umana.
In altre parole: non si mettano al mondo troppi figli.
E infine: “We can non longer afford merely to treat the symtoms of the cancer of population growth; the cancer itself must be cut out”. Traduzione: Non possiamo più permetterci di curare i sintomi del cancro della crescita della popolazione; il cancro stesso deve essere estirpato. L’umanità è il cancro da estirpare.
Una dichiarazione di guerra all’Umanità in piena regola. Incredibilmente, in nome dell’Umanità stessa, che si pretende di salvare!
Mi chiedo da quale perversione intellettuale nasca, si alimenti e si giustifichino queste parole. Come, senza essere specialisti di demografia, senza alcuna conoscenza approfondita delle scienze e delle tecnologie in sviluppo, si sia scritto e lavorato irresponsabilmente, con estrema, criminale perseveranza, per decenni, a mettere in piedi programmi di controllo della popolazione che hanno quasi sempre portato a crudeltà degne di un Hitler o di un Pol Pot.
Vedremo nei prossimi articoli quali altri “ragionamenti” sono stati portati a supporto di queste catastrofiche previsioni. E come questa guerra sia stata pianificata e condotta, quali e quante sofferenze abbia inflitto soprattutto alle persone più povere del pianeta, e quanti milioni di morti, a decine, centinaia, ha prodotto. Vedremo anche che questa guerra è ancora in corso, sia pure nel silenzio complice di molte organizzazioni cosiddette di beneficenza.
Vedremo anche che questi predicatori di sventura avevano torto, che il futuro da loro paventato stava già cambiando mentre scrivevano, e che la scienza e la tecnologia, unita al lavoro e all’ingegno umano, hanno evitato la catastrofe vaticinata.
segue
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