“Too many people”. Troppe persone, ai nostri giorni (1968), affollano il pianeta, scriveva il Dr Ehrlich. Per provarlo, e per provare che andrà sempre peggio, fino al punto che, per dare loro un tetto, bisognerà impilare le persone una sull’altra, costruendo un edificio alto duemila piani che copre l’intera superficie terrestre, Ehrlich si avventura in un conteggio che definire superficiale è un eufemismo.
Come arriva a questa fantastica previsione? Con un giochino algebrico, basato, peraltro, su numeri tutt’altro che certi. Ragiona il nostro improvvisato demografo: nell’8000 ac la popolazione umana era di cinque milioni di individui (immagino si siano consultate le anagrafi dell’epoca, per definire questo numero).
Ci sono voluti circa diecimila anni per arrivare a una popolazione totale di 500 milioni (vale il commento di sopra per il numero) di individui: ad 1650.
Questo significa raddoppiare la popolazione del mondo all’incirca ogni mille anni. Ma il miliardo fu raggiunto nel 1850 circa: un raddoppio ogni duecento anni. Dopo ottant’anni circa si raggiunsero i 2 miliardi. Il tempo di raddoppio scende a 80 anni. Adesso (1968), siamo circa tre miliardi e mezzo.
Ergo, conclude il Dr Ehrlich, siamo in una situazione in cui la popolazione mondiale sembra duplicarsi ogni trentacinque anni.
Facciamo un esercizio, propone ancora il Dr Ehrlich, e supponiamo che la popolazione raddoppi ogni trentacinque anni per i prossimi 900 anni. Arriveremmo ad avere, in questo caso, SESSANTA MILIONI DI MILIARDI DI ESSERI UMANI.
Ecco perché serve quell’edificio di duemila piani che copre l’intero pianeta.
E’ chiaro che ragionando così, si può costruire qualsiasi numero, minore o maggiore, a piacere.
E’ un ragionamento scientifico, questo qui? No. Perché? Perché non accenna minimamente alle ragioni demografiche, economiche, sanitarie, culturali e politiche che influenzano il tasso di aumento della popolazione. E quindi non permette di capire se tali cause continueranno a manifestarsi per il futuro prevedibile, oppure se, per qualche ragione, esse muteranno, e si avrà invece, in futuro, una diminuzione di popolazione. (Infatti si vedrà che è proprio così, e che le condizioni che hanno determinato il rapido aumento della popolazione mondiale nell’ultimo secolo – cresciuta ad un ritmo medio del 2,2% l’anno – quasi certamente non si verificheranno più. Questa però è materia di un altro articolo).
Il ragionamento prosegue con dei casi specifici. Si citano esempi di tempi di raddoppio della popolazione per vari paesi. In particolare, paesi poveri, sottosviluppati. Per esempio: Kenia 23 anni, Brasile 25, El Salvador 21.
E si afferma: “Allo scopo di mantenere semplicemente l’attuale livello di vita, in tali tempi bisognerebbe raddoppiare tutto: strade, trasporti, cibo, medici, ospedali, ecc”.
Un compito impossibile, non solo per paesi sottosviluppati. Difficile anche per paesi sviluppati che, in ogni caso, e salvo rare eccezioni, hanno tempi di raddoppio intorno ai 70 anni, cosa che comunque crea, secondo Ehrlich, insormontabili problemi. Anche perché il danno causato all’ambiente è più che proporzionale all’aumento della popolazione.
Conclusione tranchant: “No growth rate can be sustained in the long range”.
Poiché ovviamente, secondo il Dr Ehrlich, la popolazione mondiale continuerà a crescere se lasciata a sé stessa, bisognerà procedere a ridurre la popolazione mondiale.
E ci sono solo “due tipi di soluzioni al problema della popolazione. Uno è quello della soluzione ‘tasso di nascita’, cioè noi troviamo il modo per ridurlo. L’altro è costituito dalla soluzione ‘tasso di mortalità’, in cui i modi per aumentare le morti – guerra, fame, pestilenze – trovano noi”.
Il problema avrebbe potuto essere evitato tramite il controllo della popolazione, afferma Ehrlich. Ma nulla è stato fatto. E perciò è tardi.
Di qui la previsione posta all’inizio del Chapter 1 di The Population Bom:
“Nei prossimi vent’anni, centinaia di milioni di esseri umani moriranno di fame, a dispetto di qualsiasi programma di emergenza si possa approntare immediatamente”.
Le centinaia di milioni di vittime per fame, negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, non ci sono state.
Il Dr Ehrlicht titola il seguente capitolo del libro in questo modo: “Too little food”. Troppo poco cibo. A pagina 18 si conferma la previsione sinistra “In fact, the battle to feed all the humanity is already lost, in the sense that we will not be a le to prevent large scale famines in the next decade or so”.
E’ vero, riconosce Ehrlich, in qualche punto del pianeta si possono trovare segni di speranza in quello che ha preso il nome di Green Revolution, dovuta principalmente all’opera di Norman Borlaug, americano, Premio Nobel per la Pace nel 1970. Cioè la messa a punto e l’utilizzo di nuove varietà di grano e di riso ad alta resa, degli OGM in pratica, che, uniti a nuovi fertilizzanti e antiparassitari, permette un notevole aumento della produttività per unità di superficie seminata.
Ehrlich nota che “It is too soon to evaluate its true potential. But it clearly cannot be assigned the panacea role so devoutly wished by many”. E’ presto per valutarne la potenzialità, ma non avrà quel ruolo di panacea che tanti vogliono devotamente assegnargli. Un’assoluta, come si vede, certezza che nessuna tecnologia può evitare un destino di morte e distruzione al pianeta.
La conclusione del capitolo è chiara e non lascia alcun dubbio: “All of this can be easily summarized. There is not enough food today. How much there will be tomorrow is open to debate. If the optimists are correct, today’s level of misery will be perpetuated for perhaps two decades into the future. If the pessimists are correct, massive famines will occur soon, possibly in the 1970s, certainly by the early 1980s. So fa most evidence seems to be on the side of pessimists, and we should plan on the assumption they are correct”.
Non c’è abbastanza cibo per tutti. E probabilmente, non ce ne sarà mai abbastanza. Chi lo dice? un entomologo, che nulla sa di demografia e meno ancora di tecnologia.
Che cosa bisogna pianificare, secondo Ehrlich e i suoi pari? Il controllo della popolazione, cioè mettere un freno, con le buone, o le cattive, alle nascite.
Mai previsione fu così erronea, e così smentita dai fatti in così breve tempo.
Abbiamo visto come una scena di folle indiane rivelasse al Dr Ehrlich il problema della sovrappopolazione mondiale.
Due anni prima della pubblicazione di The Population Bomb, l’India aveva avuto un pessimo raccolto, anche come conseguenza della guerra contro il Pakistan combattuta nel 1965. In sostanza, mancavano all’appello 30 milioni di tonnellate di grano. Indira Gandhi si recò a Washington e in cambio delle forniture sottoscrisse un accordo per mettere in piedi il primo piano di controllo forzoso delle nascite nel paese. Riprenderemo il discorso in seguito.
Qui è interessante osservare che l’India è sempre stata ritenuta uno degli esempi classici della necessità di ridurre la popolazione. E, secondo le parole di Ehrlich e di altri “studiosi” suoi pari, nessuna tecnologia avrebbe mai consentito di risolvere il problema di sfamare tutti gli indiani.
Invece la Green Revolution fece il miracolo. Proprio mentre “studiosi” come Mr Ehrlich profetizzavano milioni e milioni di morti per fame, l’India raggiunse l’autosufficienza alimentare nel giro di pochi anni, non più di dieci. E, da allora, cioè da metà anni settanta, l’ha mantenuta nel tempo, aumentando, come si vede dalla tabella allegata, anche la quantità di kcalorie/giorno/per capita prodotte.
I dati statistici relativi all’India che cito sono stati pubblicati dalla FAO e si trovano sul sito FAOSTAT. Dal 1968 al 2013 la popolazione indiana passa da 583 Milioni di abitanti a 1252. Nel frattempo, il Rice Paddy Equivalent, cioè la grandezza che si utilizza per ridurre i vari tipi di produzione agricola (grano, riso, sorbo, ecc) ad una unica unità, passa da 60 Milioni di Tonnellate a 159, triplicandosi quasi. Il grano, ad esempio, prodotto in 17 milioni di tonnellate nel 1968, raggiunge nel 2013 i 93 Milioni di tonnellate di produzione (un aumento del 547%).
In termini di kilocalorie per persona e per giorno, fatto 100 il valore del 1968, nel 2013 si constata un aumento del 22,3%, passando da 2010 kcal/g/persona a 2459, ben al di sopra del minimo indispensabile. E questo in presenza di una popolazione più che raddoppiata.
Un aumento spettacoloso, dovuto essenzialmente alle nuove varietà OGM di grano riso sorbo e altri cereali. Una vittoria spettacolosa della tecnologia sugli uccelli del malaugurio come il Dr. Ehrlich.
Direte: con questi risultati, è evidente che nessuno avrà continuato a pensare di applicare programmi di riduzione coatta delle nascite.
Invece, e incredibilmente, la risposta è che c’è stato un intero movimento, a livello mondiale, coalizzato nell’esigere l’applicazione di misure straordinarie di riduzione delle nascite.
Questo movimento, di cui Ehrlich è solo uno, sia pure fra i più noti, esponente, ha provocato sofferenze indescrivibili soprattutto alla povera gente.
Di come molte organizzazioni e individui si siano votati a un mestiere terribile, quello di procurare dolore e morte a centinaia di milioni di esseri umani, ci occuperemo nei prossimi articoli.
Segue…
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